Anice nero di calabria
L’anice nero di Calabria, conosciuto localmente come “aranzu”, è una spezia rara e preziosa che unisce tradizione, gusto intenso e proprietà salutistiche.

Caratteristiche nutrizionali
I semi di anice nero contengono:
- Oli essenziali (anetolo, estragolo): responsabili del profumo e delle proprietà digestive.
- Flavonoidi e polifenoli: sostanze antiossidanti che proteggono le cellule dai radicali liberi.
- Vitamine del gruppo B: utili per il metabolismo energetico.
- Minerali: ferro, calcio, magnesio e potassio, importanti per ossa e circolazione.
- Fibre: favoriscono la regolarità intestinale.
Valore energetico: circa 370 kcal per 100 g di semi, ma se ne consumano piccole quantità come spezia.

Benefici salutistici
L’anice nero è considerato un vero rimedio naturale:
- Digestivo e carminativo: riduce gonfiore e dolori gastrointestinali.
- Diuretico e depurativo: favorisce l’eliminazione delle tossine.
- Antinfiammatorio e antidolorifico: utile per alleviare crampi e dolori lievi.
- Espettorante: favorisce la fluidificazione del muco e la salute delle vie respiratorie.
- Antisettico naturale: protegge da infezioni lievi, soprattutto a livello intestinale e urinario.
- Equilibrio ormonale: tradizionalmente usato per alleviare sintomi della menopausa e della sindrome premestruale.
Va consumato con moderazione: dosi eccessive possono causare effetti collaterali come nausea o irritazioni.

Usi in cucina
- ralli e dolci tipici calabresi: i semi conferiscono un aroma unico.
- Liquori all’anice nero: digestivi tradizionali, dal gusto intenso.
- Infusi e tisane: ottimi dopo i pasti per favorire la digestione.
- Spezie per pane e biscotti: aggiungono un tocco aromatico e salutare.
- Aromatizzante per caffè: una tradizione locale che unisce energia e benessere.

Conclusione
L’anice nero di Calabria è molto più di una spezia: è un patrimonio culturale e salutistico. Con il suo aroma intenso e le proprietà benefiche, rappresenta un ponte tra la tradizione gastronomica calabrese e la fitoterapia naturale. Portarlo in tavola significa celebrare la biodiversità della Sila e prendersi cura del proprio benessere.